• Pubblicata il
  • Autore: Ryban
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Un grande prato verde. - Crotone Trasgressiva

Volevo fare una lunga vacanza in un paese straniero,un clima che non conoscevo,la brutta fama di alcuni suoi posti ,del cibo differente ero un po’ dubbioso avevo da fare ancora tutti i documenti per prendere un aereo per il Brasile capperi non l’avevo mai preso in vita mia e la prima volta dovrà essere con un volo intercontinentale abbastanza lungo,non ero convinto ma la mia voglia di vacanza mi convinse,quà in Italia avevo la mia vita tutta rivolta a fare il bravo ragazzo ma la notte mi scatenavo ero la “zoccola” delle trans e questo mi piaceva oltre ogni misura, alla soglia dei 40 anni scopavo ancora con qualche donna però incontrare le trans e farsi scopare era il mio piacere più bello e folle specialmente per le brasiliane avevo un debole,avevo conosciuto trans italiane,portoghesi,portoricane,cubane,spagnole,argentine,colombiane,peruviane, ma le trans brasil erano sempre più la mia passione con loro avevo avuto i miei migliori incontri sessuali sia da attivo che da passivo,i miei piacevoli incontri con le trans si svolgevano in una zona di mare,dove le trans erano in gran numero forse perche il carnevale del posto per alcune di loro che periodicamente non potevano tornare a casa ricordava quello di Rio che senza dubbio è il più bello del mondo per colori,danze e atmosfera esotica,personalmente avevo un bel periodo vendevo e compravo locali e il denaro non mi mancava era proprio l’ora di farsi una meritata vacanza visto che da molto tempo non ne facevo più una,nel 1994 ero dipendente e venni licenziato a causa di una forte crisi aziendale ,da quel momento erano passarono 10 lunghi anni dove mi dedicai con tutto me stesso a inventarmi imprenditore immobiliare e alla fine gli affari decollarono fu un periodo di vacche grasse ma la più vacca la notte ero io,stavo con una bella trans brasiliana sempre attiva con me non si concesse mai da passiva ed il mio culetto con il prurito anale venne spesso selvaggiamente soddisfatto da Monique ma ora lei aveva voglia di tornare in Brasile per rimanerci alcuni mesi, prima cosa per andare a divertirsi al Carnevale di Rio e incontrare le amiche rimaste all’ombra del pan di zucchero ma l’altra motivazione era recarsi nel nord del Brasile dove la bella Monique stava costruendosi una bella casina con piscina ,era impaziente voleva vedere a che punto erano i lavori visto che le telefonate internazionali erano costose e poi aveva sempre paura che le raccontassero un sacco di frottole,lei stava per mettersi in viaggio e a tutti i costi voleva portarmi con lei e alle sue tre amiche trans brasiliane che abitavano con lei quà in Italia ,io le conoscevo benissimo in tutti i sessi e sensi ,praticamente ero già stato a letto con ognuna di loro e devo dire quella di loro con il cazzo più piccolo si fa per dire, aveva una verga da 20 cm,le altre erano ancora più dotate,con la mia Monique ci scopavo quasi tutte le sere aveva una bananona che sfiorava i 24 cm con una bella circonferenza ,una cappellona incredibile,lei era una bionda non più alta di un 1.65 formosa e di pelle chiara leggermente ambrata chi l’avrebbe mai detto che aveva tanta grazia tra le gambe,la sua amica Adriana era alta come lei ma di carnagione mulatta e aveva una verga ad uncino da 20cm due occhi da incantatrice verde smeraldo, nel gruppetto c’era pure Francesca, una con pelle bianca come il latte,lei era alta almeno 1.80 con un volto bellissimo,fisico stupendo e capelli biondi, un bel culo alto e sodo e un torrone da 22cm arcuato verso il basso che molte volte mi ha fatto godere come una troia ma la più folle era Gaia anche lei di carnagione bianca alta 1.75 con forme tondeggianti, un mese aveva i capelli biondi ,il mese dopo neri e voleva essere chiamata per forza Giselle altrimenti non ti salutava nemmeno,pure lei superdotata fornita da mamma natura di un cazzo da 22 cm con la cappella piccola,piccola si fa per dire sempre di dimensione normale ma piccola nei confronti del resto del cazzo che in fondo era grosso come una vecchia lattina di CocaCola ogni volta che la penso non posso fare a meno di ricordarmi la mia esperienza con lei che per me resta memorabile,un pomeriggio domenicale di primavera inoltrata usciamo insieme e decidiamo di andare a fare una merenda in campagna,in una bottega locale compro alcune bibite e alcune lattine di CocaCola e panini con svariati affettati ,con la mia vecchia auto poi ci rechiamo nella campagna circostante e dopo alcuni chilometri troviamo una stradina che ci porta in un bel prato verde,dove in mezzo troviamo un bell’albero circondato da ciuffetti d’erba di media altezza,ci metto sopra un bel piumone di quelli imbottiti e ci sediamo,io avevo già le mani nella borsa dell’alimentari,volevo mangiare subito ma lei dice no prima scopiamo,ci spogliamo e appena mi stendo lei mi monta sopra e mi infila il suo cazzo in gola era talmente grosso che pensavo di soffocare,la bocca mi si stava slogando come se avessi addentato un panino troppo grosso per me,lei dopo un 15 minuti vuole il piatto forte cioè il mio culo,già tutte le sue amichette che nei mesi precedenti mi avevano scopato tutte le avevano detto che ero delizioso, ora era arrivato il suo turno,io pensavo che lei avesse portato dei profilattici o del gel ma non aveva portato niente,allora lei pazientemente con tanta saliva mi allargò più che poteva anche se la lubrificazione rimaneva assai scarsa, specialmente per il suo cazzo di circonferenza titanica,spinse forte e visto che non ero più un novellino mi entrò lo stesso tutto dentro,iniziò a pompare e io per non urlare da quanto lo aveva grosso iniziai a mordere i ciuffi d’erba e lei mi disse dai brava pecorella bruca l’erba del prato verde che il montone è arrivato,ansimavo mentre mi pienò il culo di cazzo e di sborra che feci esondare lungo lo scroto,finito l’amplesso di entrambi ci rilassammo e iniziammo a mangiare e bere ancora semi nudi,lei non rimise ne la gonna ne il tanga e io continuavo a guardare quell’enorme mazza che mi aveva spaccato le budella con insistenza lei se ne accorse e che fà? Se la toccò un pò fino a farsela tornare durissima e poi accosta la lattina della coca alla sua mazza e mi dice quale è la più grossa? Io per non darle soddisfazione le dissi la lattina a quel punto lei mi rispose tu sei una pecorella non ancora sazia ti devo far brucare altra erba,detto fatto e mi montò per tutto il pomeriggio. Pensai che per le vacanze brasiliane ero con la giusta compagnia visto i miei gusti ovini e allora corsi subito a farmi fare il passaporto e a comprarmi il biglietto per Rio,pecorella come ero sai quanti prati verdi avrei brucato in Brasile prima di rientrare in Italia.

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