• Pubblicata il
  • Autore: Gianni
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Sabrina (quarta e ultima parte) - Crotone Trasgressiva

Paola aveva imparato a controllare le contrazioni dello sfintere del suo buchino, facendo dei progressi inaspettati e serrandolo come una morsa. Fu lei, un sabato pomeriggio, a proporsi di essere “ri-sverginata” tutti insieme. Sabrina era eccitatissima e d’impeto si mise a succhiare il cazzo di Carlo facendogli diventare paonazza la cappella. Non mi rimase che leccare la figa e il culetto di Paola che intanto si era posizionata alla pecorina ben conoscendo i gusti del suo uomo. Ricordai a Carlo che il secondo canale ha una muscolatura diversa dalla figa e dando mano a Sabrina ci approntammo ad assistere e godere dello spettacolo. Carlo appoggiò il glande al culetto e, assecondato dai movimenti della donna lo fece entrare, fermandosi. Paola gli disse di rimanere così ed iniziò ritmicamente un movimento di andirivieni e di contrazioni, trattenendo con una mano il ventre di Carlo, quasi a renderlo passivo. Noi due, eccitatissimi, aspettavamo che da un momento all’altro si impalasse o quanto meno che Carlo decidesse di penetrarla profondamente. Invece continuarono, per interminabili minuti, a godersi uno lo sfintere, l’altra la cappella. Ambedue mugolavano di piacere, dicendo che non avevano mai goduto così. Fu Paola ad accorgersi che Carlo stava per sborrare; con un colpo deciso lo fece entrare tutto in lei e questi con pochi rapidi colpi la godette rantolando e appoggiandosi sulla sua schiena. Sabrina mi lasciò e corse a baciare la sua amica, la staccò dal membro che si stava afflosciando e le suggerì di farsi godere anche da me. Conoscendo le mie preferenze, subito si mise supina e con un laconico “”Vieni”” accompagnò con le sue mani il mio membro verso il suo buchino dal quale uscivano gocce di sperma. Anch’io fermai la mia cappella nel suo sfintere godendo delle sue contrazioni. Le dissi che avrei voluta goderla così, ma l’istinto fu più forte della mia volontà e la inculai di colpo. Mi ricambiò stringendo la radice del mio membro in modo così intenso da farmi inaspettatamente sborrare, senza che neppure Sabrina si rendesse conto dello stato di eccitazione che avevo raggiunto. Sdraiati sul letto, Paola ruppe il silenzio: “”Mi spiace non aver fatto godere per 15 anni il mio buchino, come invece avrebbe meritato. Ma da oggi vita nuova …. Forse darò di meno la figa e mi farò inculare di più”” Ridemmo felici e spensierati. A sera, salutandoci, Sabrina ci disse che forse non avremmo potuto vederci per due week end in quanto avrebbe dovuto ospitare sua madre. “”Scusami, ma mi era proprio passato di mente”” – mi disse quando fummo soli – “”Mia madre deve venire in città per sbrigare non so quali problemi burocratici e mi ha chiesto se potevo ospitarla per qualche giorno, anche in relazione al fatto che non ci vediamo da un bel po’. Tu non farti problemi. La ospiteremo nella cameretta degli ospiti. È divorziata da parecchi anni ed una persona assai disinibita. Non ti dovrai sentire a disagio se la troverai gironzolare per casa completamente nuda, se troverai la porta del bagno aperta mentre fa la doccia, ecc …” Risposi che non ci sarebbero sati problemi. Arrivò il lunedì successivo. Era una donna giovanile che dimostrava meno anni dei suoi 50 e passa e si trovò subito a suo agio. Fatti i convenevoli di rito chiese se poteva fare una doccia e Sabrina le indicò il bagno e la camera a lei destinata. Dopo pochi minuti riapparve in salotto completamente nuda, anche lei depilata e, soprattutto con due tettone quinta o sesta misura, ma ancora sode e ben tornite. Si fece la doccia, con la porta aperta e a cena si presentò in slip e con un reggiseno che lasciava scappare da tutte le parti il suo contenuto, dicendo che, se non ci avesse dato fastidio, si sarebbe sentita più a suo agio in quanto era il suo modo di stare in casa. Più tardi a letto chiesi a Sabrina se avesse imparato da sua madre a depilarsi e se questa si comportasse così disinvoltamente per provocarmi. Rise e mi disse che se anche fossi andato a letto con lei non le sarebbe importato nulla. Ci si incontrava per lo più alla sera ed immancabilmente avevo modo di ammirarla sotto la doccia, mentre si asciugava, frizionandosi le tettone (ah quanto avrei voluto aiutarla !….), mentre si passava l’asciugamano tra le cosce, mentre girava per casa con le tette ballonzolanti …. Un mattino fui svegliato sentendomi una mano di Sabrina sul cazzo che si stava indurendo. Mi girai per guardarla e lei, con la testa, mi fece cenno di volgere il mio sguardo verso la porta della camera: Laura, completamente nuda, era appoggiata allo stipite che ci stava osservando. “”Sai, mamma era curiosa di vedere questo cazzone che tanto le ho decantato e che tanto mi fa impazzire”” mi disse Sabrina continuando a menarmelo per farlo indurire del tutto. “”D’altra parte lei è un’intenditrice … non immagini quanti ne ha presi in vita sua … non mi dispiacerebbe un suo giudizio …”” <> ebbi la forza di dire. “”Affatto”” – mi rispose – “”il tutto è venuto fuori chiacchierando tra noi donne e così abbiamo deciso di farti questa sorpresa. Sono sicura che supererai benissimo quello che tu chiami esame …”” Intanto Laura si era seduta sul bordo del letto e mi aveva afferrato il membro: “”Promosso a pieni voti per la consistenza e durezza, figlia mia. È duro e nodoso come un bastone. Sentiamo anche il gusto?”” Ciò detto incominciò a leccarmi la punta della cappella, pian piano avvolgendola tutta con la sua lingua, si sincerò della durezza mordicchiandolo per tutta la sua lunghezza ed infine lo infilò tutto in bocca iniziando un pompino a regola d’arte. Guardavo Sabrina e questa sorrideva divertita. “”Come gusto niente male … Posso procedere?”” Sabrina si chinò a baciarmi, mentre sua madre si sedeva sul mio membro, facendolo entrare nella figa che già gocciolava umori. Subito coordinai i miei movimenti con i suoi spingendolo su su fin sopra il pube dove lo sentivo con la mano che avevo appoggiato al suo ventre. Si fermò e scendendo disse: “”Proviamo un’altra posizione” Così dicendo si mise supina a gambe larghe, aspettandomi. <> - dissi - <> Afferrai le due tettone che mi stavano davanti agli occhi, le pacciocai a piene mani, le strizzai quasi volesse spremere la linfa che era in loro e quindi mi misi a succhiare alternativamente i due capezzoli e le rispettive areole brunastre che ancora prima di essere stimolati erano già grossi come confetti. In un attimo mi trovai la bocca piena di due fragolone dure ma nello stesso tempo soffici e morbide al punto giusto. Non mi trattenni dal morsicchiarle un po’ più decisamente, strappandole in gridolino di dolore. “”Ci sa fare anche di bocca il tuo uomo!”” sentii mentre mi sedevo a cavalcioni su di lei appoggiando il mio membro nel solco fra le sue tette. Subito, si tirò un po’ più su sul cuscino, ponendo la bocca quasi a 90 gradi rispetto al petto. Strinse con le mani le tette ed io incominciai a muovermi su e giù, inserendo di volta in volta la cappella tra le sue labbra per inumidirla. <> così dicendo mi sollevai un poco e, iniziando a chiavarla in bocca, glielo sprofondai fino in gola. Le sue gote si contrassero per trasformarsi in vagina e il tutto diventò contemporaneamente una chiavata ed un pompino. Ci sapeva proprio fare. Sabrina, vedendo sua madre trattata come una puttana, rideva divertita. <> Mi misi supino, Sabrina invitò sua madre a mettersi nella posizione che preferiva (si accosciò tra le mie gambe) e nello stesso istante in cui Laura incominciò a succhiarmelo, iniziò a baciarmi, affondando tutta la lingua nella mia bocca, quasi volesse chiavarmi in bocca con essa. Mi aspettavo un lavoro di bocca violento, impetuoso, invece me lo succhiò dolcemente, millimetro per millimetro, dandomi modo di godere anche del bacio interminabile di Sabrina. Quando si accorse che stavo per venire, staccandosi un attimo, raccomandò alla figlia di continuare a baciarmi, riprese a succhiarmelo e contemporaneamente iniziò a titillarmi i capezzoli. Sborrai come un matto nella sua bocca che continuava a succhiare, mi aggrappai alle lenzuola, rantolavo, non sapevo se urlare, se chiedere pietà o se supplicare di continuare. Furono le due donne, di comune accordo a lasciarmi nella mia beatitudine. Mi guardavano tra lo stupito ed il compiaciuto. “”Tesoro mio,”” – disse Laura dopo alcuni minuti – “”ti ho dimostrato cosa sono capace di fare. Questa sera, quando tornerai dal lavoro, riprenderemo il discorso …..”” Andando al lavoro, manifestai a Sabrina le mie perplessità ad andare a letto con sua madre: lo sentivo più come un dovere che come un piacere. “”Tranquillo,”” – mi disse – “”stai certo che per questa sera mia madre ti riserverà di sicuro qualche sorpresa …..”” iniziò il solito tran tran giornaliero. Ad un certo punto l’ufficio fu scosso da un insolito trambusto. Mi affacciai nel corridoio proprio mentre stava arrivando il mio capo. “”Vieni di corsa”” – mi disse – “”Sabrina è uscita per delle commissioni ed è stata investita proprio qua sotto”” Mi precipitai giù dalle scale come un pazzo, fuori di me, quasi presagissi cos’era successo. Arrivai sulla strada e subito vidi una folla di persone che circondava un’automobile. Sotto questa c’era il corpo di Sabrina. Mi avvicinai, strattonando chi mi si parava davanti. Avevo il cuore in gola a mille pulsazioni, la toccai e mi resi conto che non c’era più. Mi inginocchiai accanto a lei e piansi a dirotto, ponendo resistenza a chi voleva allontanarmi …… Era il 26 maggio 2005.

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