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  • Autore: Biancaneve
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Ilio 1 - Crotone Trasgressiva

Sono trascorsi degli anni da quando mi sono lasciato con mia moglie. Il mio matrimonio è durato un anno. Il primo anno di separazione fu tremendo. Non riuscivo a farmene una ragione anche se avevo torto marcio. Il secondo anno decisi di abbandonare i luoghi di cui ogni pietra mi ricordava quel breve periodo della mia vita e mi trasferii in Francia, in Bretagna, e precisamente nella regione dell’Armor. Vicino al mare. I miei genitori, ai quali non mancavano certo i soldi, mi aiutarono a comprare un immobile formato da un unico livello oltre il piano interrato. Originariamente l’immobile doveva essere una struttura adibita ad albergo o pensione. Ha un ampio salone, una grande cucina e dieci stanze ognuna fornita di bagno/doccia. Il piano interrato è adibito: una parte a magazzino ed una parte a garage. L’immobile è al centro di un vasto terreno recintato che dista dalla spiaggia all’incirca 200m. È dotato anche di una piscina che non ho mai utilizzato. Non avrei bisogno di lavorare perché i miei mi hanno assegnato una congrua rendita mensile. Ciò nonostante continuo a fare il lavoro di costruttore di siti web. Sono continuamente in giro per la presentazione dei miei lavori ai clienti già acquisiti ed alla possibile nuova clientela. Le donne? Neanche a parlarne. Dopo l’esperienza avuta ho rinunciato ad imbarcarmi in nuove avventure. Questo non significa che sia diventato un orso. Al contrario ho un monte di amici di ambo i sessi. Appena ho giorni liberi vado in giro per il pianeta Terra che non immaginavo così ricco di bellezze naturali e non. In conclusione vivo. L’estate quest’anno è in anticipo. È domenica. Di buon ora mi armo di un ombrellone ed una sdraio e vado in spiaggia. Sistemo l’ombrellone e mi siedo sulla sdraio. La brezza che arriva dal mare raffredda i raggi del sole che picchiano sulla pelle. Ho gli occhi chiusi ovvero sto dormendo. Di colpo un chiacchiericcio mi sveglia. Apro gli occhi e mi guardo intorno. A circa tre metri dal posto dove sto un gruppo di sei ragazze ha steso degli asciugamani sulla sabbia e si sono stese sopra. Tutte, nessuna esclusa, sono in topless. Hanno dei seni favolosi. I loro capezzoli sembrano delle mongolfiere che si librano nel cielo. Sono stupende. Sono sei sirene. Hanno un solo difetto, parlano troppo e lo fanno a voce alta. Poi di colpo smettono di cinguettare. Si alzano e corrono verso il mare. I loro grossi seni sballottano sollevandosi prima verso l’alto e poi verso il basso. Sembrano campanule sotto l’azione del vento. Si immergono e danno vita ai soliti giochi cretini che puntualmente si fanno quando ci si reca in spiaggia in compagnia di amici. Dopo circa mezz’ora una di loro esce dall’acqua e ritorna al posto. Prima non l’avevo notato. Ha la testa completamente priva di capelli. Non è calva ma è completamente rasata. Con gli occhi esploro meglio il suo corpo. Non è molto alta. Raffrontandola con le sue amiche è quella che fisicamente è la più piccola di statura. Non di tanto. Deve essere alta circa 1,70 cm. Ha un corpo che sembra scolpito nel marmo. È ben modellata. Le sue linee sono armoniose. Ha un paio di tette che sono due globi di alabastro. Credo siano una 3^ taglia. I capezzoli sono due scure grosse ciliege circondate da due aureole caffellatte. Noto che, ad ogni passo che fa, le mammelle non fanno nessun movimento. Sfidano la forza di gravità. Dal come spingono in avanti e con i capezzoli che si proiettano verso il cielo azzurro deve essersi sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica. Deve aver riempito il suo seno di freddo silicone. Ma per quando sforzi faccio non riesco a notare nessun segno di cicatrice. Resta il fatto che è una bellissima ragazza. I miei occhi continuano ad esplorare il suo corpo. La sue pelle abbronzata dai raggi solari ha acquisito un colore molto vicino a quello dell’ambra. Nel continuare ad asciugarsi solleva gli occhi ed il suo sguardo incrocia il mio. Vedo dipingersi sul suo volto un’espressione di sorpresa. Un sorriso le si dipinge sul viso. Lentamente, con incedere felino, si avvicina. Ancora una volta noto che le sue mammelle non fanno nessun movimento. Quando mi è vicina e mi sovrasta con il suo marmoreo corpo un guizzo colpisce il mio basso ventre. Ho il pene che si sta irrigidendo. Sono anni che una donna non mi provoca questa sensazione. Durante questi anni di separazione sono stato a letto con altre donne ma l’ho fatto senza nutrire amore per loro. Mi piacevano e questo bastava. Questa ragazzina mi sta rapendo. Mi sistemo sulla sdraio e porto l’asciugamano sulle cosce per nascondere la nascente erezione. Lei si china in avanti e poi si piega sulle ginocchia. Ancora una volta noto che le sue mammelle non si muovono. La sua voce distoglie il mio sguardo da quella stupenda visione. Alzo il viso e incrocio i suoi occhi. Sono castani. E stanno sorridendo. “Ciao.”
“Ciao. Posso esserti utile?”
“Davvero non mi riconosci? Dal come mi guardavi ho creduto che mi avessi riconosciuta. Invece da bravo maschietto sono altre le cose che ti attirano di me e questo mi fa immensamente piacere.”
Sento una vampata di calore salirmi al viso.
“Dovrei?” “Tanto sono cambiata? Lo sai che spesso ti ho pensato. Sei sempre stato nei miei sogni. E questo ha tenuto vivo il mio ricordo di te. Non ti ho mai dimenticato.”
“Scusami ma proprio non riesco a ricordare.”
“Sono la figlia di tua cognata, la sorella della tua ex moglie. Sono Ilio.”
“Lei è … Tu sei mia nipote. Come facevo a riconoscerti. Sei una donna. Quando ti ho vista l’ultima volta avevi appena 15 anni.”
“Tu non eri molto più grande di me? Hai sposato mia zia che ne avevi 18 di anni. Oggi ne ho 20 e tu 23. Siamo quasi coetanei. L’unica differenza tra me e te è che tu sei un divorziato ed io sono una ragazza in cerca del suo amore.”
Sulla parola “amore” il tono di voce cambia.
”Io e mamma abbiamo sempre cercato di sapere dove ti eri rintanato. Ho chiesto più volte a tua madre ma mai mi ha voluto dire dove stavi. Anche tuo padre non ti ha mai tradito. Ed ora eccoti qui. Il caso ha voluto che ti trovassi. Dio come sono contenta di averti ritrovato. È qui che ti sei rintanato? Dimmi; dove abiti?”
“Abito in quella tenuta dall’altro lato della strada. Ma tu come mai sei da queste parti?”
“Se mi ospiterai ti racconterò degli anni successivi alla tua sparizione. Hai la possibilità di ospitare anche le mie amiche? A loro basta un posto dove poter stendere i sacchi a pelo e infilarcisi dentro.”
“Si posso ospitarvi tutte quante. La casa ha dieci stanze e sono tutte arredate. Tu e le tue amiche potrete dormire in comodi letti. Potrete anche fare un bagno. Ogni stanza ne ha uno. C’è anche una piscina. Non ti basterà un giorno per raccontarmi degli avvenimenti trascorsi.”
“E chi ha mai parlato di restare un solo giorno con te. Ora ti ho ritrovato e nemmeno se mi scaccerai ti lascerò. Non voglio riperderti nuovamente.”
Si alza e ritorna verso le sue amiche. Che intenzioni ha? Una cosa è certa. La sua figura mi ha sconvolto. Dio, com’è bella. Sento i battiti del mio cuore aumentare il ritmo. Una cosa che mi è già accaduta quando ho visto mia moglie per la prima volta. No! Non può essere. Mi sto innamorando della nipote di mia moglie. La vedo confabulare con le sue amiche che, a turno, mi guardano con occhi scrutatori. Si avvicina di nuovo.
“Serghei. Scusa se ti chiamo per nome. Chiamarti zio sa tanto di vecchio e tu sei giovane. Le mie amiche accettano la tua ospitalità. Ti chiedono se possiamo avviarci. Abbiamo fatto un lungo viaggio in moto e abbiamo bisogno di riposare.”
“Ok. Per me va bene. Queste sono le chiavi. Sceglietevi le stanze. Le lenzuola e gli asciugamani le troverete nei cassetti dei mobili. Mi raccomando di non creare scompiglio.”
“Tu non vieni?”
“No! Resto ancora un poco, Devo riflettere sui fatti del giorno.”
“In questi fatti ci sono anch’io?”
“Sei parte di questo giorno o no?”
“Spero che le conclusioni a cui giungerai siano per me favorevoli.”
Se questa non è una provocazione allora non ho capito niente. Tutte, compresa Ilio, raccolgono le loro cose e, con le mammelle al vento, si allontanano in direzione della mia casa. Resto solo. La figura di mia nipote è fissata nella mia mente. Cerco di pensare ad altro. Niente da fare. La mia eccitazione è alle stelle. Mi alzo e mi tuffo in acqua. Faccio una lunga nuotata e poi di nuovo sulla terraferma. Raccolgo l’ombrellone, la sdraio e l’asciugamano e, lentamente, mi avvio verso casa. Sento delle voci provenire dal lato dove c’è la piscina. Sono loro. Le raggiungo. Sono tutte dentro e sono completamente nude. Una sola manca all’appello: mia nipote. La bellezza di quelle cinque ninfe mi ipnotizza. Resto, imbambolato, a guardarle. Delle braccia si intrufolano sotto le mie e mi cingono il torace. Avverto la pressione dei due globi di alabastro contro la mia schiena.
“Vedo che la bellezza femminile ti attira ancora. Ti piacciono? Sono tutte delle belle ragazze.”
Non rifletto sulle parole che mi escono dalla bocca.
“Tu però, tra loro, sei la più bella.”
Ilio ruota sul mio davanti. Non è nuda come le altre. Indossa una camicia che per quanto larga possa essere non riesce a nascondere le forme del suo favoloso corpo. Mi guarda negli occhi.
“Davvero lo pensi?”
“Perché dovrei mentire.”
“Allora non mi vedi come una ragazzina? Ti piaccio?”
“Non sei più una ragazzina. Sei una donna. Sei bellissima ed hai un corpo stupendo. Ti devo dire altro?”
“No. Mi basta.”
Avvicina la testa verso la mia e mi da un bacio sulle labbra.
“Ilio, un’altra cosa. Di alle tue socie che in casa non voglio vederle girare nude.”
“Perché? Le stai già vedendo.”
“È vero che le sto guardando ma è anche vero che stanno per farmi venire una sincope. Tu e le tue amiche siete un’associazione di procuratrici di clienti per cardiologi. Quindi niente nudismo.”
Ilio ride fragorosamente. Va verso le compagne e dice loro quello che io ho detto. Le ragazze si precipitano nella mia direzione. Sono circondato. La più formosa tra loro (deve avere una sesta di seno) mi prende il viso tra le mani e mi da un bacio sulle labbra.
“Non siamo delle assassine. Noi gli uomini li aiutiamo a vivere. Regaliamo felicità.”
Ridendo entrano in casa. Mia nipote mi prende per mano e mi guida verso l’entrata.
“Serghei. Non ti facevo così porcellino. Hai fatto cattivi pensieri sulle mie compagne. Te la farò pagare.”
La guardo. Uno strano sorriso le si è dipinto sul volto.
“I cattivi pensieri non li ho fatti solamente sulle tue amiche, ma anche su di te.”
“È quello che volevo sentirti dire. La mamma mi ha sempre detto che tu sei un amabile porcellino.”
“Tua madre ti ha parlato di me?”
“Sì!”
“Cosa ti ha detto?”
“Tutto quello che c’è da sapere. Lo sai che sposando sua sorella l’hai fatta soffrire? Lei ti amava. Ti ama ancora.”
“Cosa dovevo fare. Tua madre era sposata ed aveva una figlia.”
La nostra conversazione viene interrotta dal sopraggiungere di una delle ragazze.
“Sentite voi due. I nostri stomaci stanno ululando per la fame. Non siamo intenzionate a cucinare. Abbiamo deciso che il tuo Serghei ci faccia da cavaliere in un ristorante che lui conosce. Quindi prendiamo le moto e via.”
“A qualche chilometro c’è una bettola in cui si fermano camionisti. Preparano dei succulenti pranzetti. Se non vi da fastidio mangiare in una bettola potremmo andarci.”
“Per noi va bene. 10 minuti e saremo pronte.”
Ilio mi guarda.
“Riprenderemo la conversazione in un altro momento. Quando saremo soli e senza che nessuno possa disturbarci. Andiamo a prepararci. Tu verrai con me sulla mia moto.”
“Posso venire con l’auto.”
“No. Preferisco sentirti dietro di me.”
La moto è una Ducati 999. Non senza timore monto sulla moto e le cingo la vita con le braccia. Arriviamo alla hosteria. Ci sediamo ad un tavolo posto all’aperto. Tutte inclusa mia nipote parlano un perfetto francese. Le ninfe si scatenano. Il cameriere fa fatica a raccogliere le ordinazioni. Alla fine ci riesce. In tutto quel trambusto non stacco gli occhi da mia nipote che è seduta a capotavola. La ragazza che ha la sesta di seno seduta sul mio lato sinistro avvicina la sua bocca al mio orecchio.
“Ti piace la nipotina?”
“Per la verità mi piacete tutte. Siete tutte delle belle ragazze.”
“Sono d’accordo con te. Ma tua nipote ti attrae di più di noi altre. Non hai timore dell’incesto.”
“Ilio non è mia nipote. Lei è figlia della sorella della mia ex moglie. Come vedi se mai decidessi a farle la corte la farei ad una donna che con me non ha rapporti di consanguineità. Non avrei un rapporto incestuoso. Scusami ma a te cosa te ne frega?”
“Sono gelosa. Ho varie volte tentato di scoparla e non ci sono mai riuscita.”
“Non mi dire. Sei lesbica?”
“No! Mi piacciono anche gli uomini. Sono una bisex.”
“Attualmente con chi stai?”
“Con quella seduta alla destra della tua ragazza.”
“Dagli. Senti tu mi piaci molto. Verresti a letto con me.”
“Certo che ci verrei ed anche subito. Se riuscirai a smarcarti dalla tua bella nipotina sono pronta ad accoglierti fra le mie cosce.”
“Domani per me è giorno di lavoro. Devo andare in città. Raggiungimi all’entrata della cattedrale e vedremo.”
“Parli seriamente.”
Le prendo una mano e la porto sulla mia patta.
“Più serio di così?” Lei stringe le dita su quanto di sostanzioso sta sentendo al contatto della sua mano.
“Oh! Dio. Penso proprio che noi due ci divertiremo. Domani ci sarò.”
La voce di Ilio mi porta alla realtà.
“Serghei. Perché non vieni a sederti vicino a me?”
Ho giusto il tempo di sussurrare alla mia vicina una frase d’amore. Mi alzo e raggiungo la mia bella nipote.
“Di cosa stavate discutendo?”
“Di te.”
“Non fare lo stupido. Dimmi di cosa stavate parlando.”
“Ripeto. Di te. Mi ha detto che da quando ti ho vista non ho occhi che per te. Che lei è una bisex e che ha provato ad entrare nel tuo letto. Che tu l’hai rifiutata, ma che lei non dispera. Prima o poi lei ti stringerà fra le sue braccia e ti scoperà.”
“Che Janine (il nome della sesta di seno) fosse una bagascia l’ho sempre saputo. Ma non credevo fosse gelosa di te. È una cara ragazza. Le voglio bene. Un giorno forse entrerò nel suo letto. Prima devo realizzare il mio sogno.”
“C’entro qualcosa col tuo sogno?”
“Ne sei l’interprete principale.”
“Io e te dobbiamo fare un lungo discorso.”
“Non ne vedo l’ora.”
“Quando tempo pensate di trattenervi?”
“Perché lo chiedi?”
“Se non ti dispiace ho anche un lavoro a cui pensare.”
“Scusami. Le mie amiche penso che si tratterranno fino a sabato prossimo.”
“E tu?”
“Te lo già detto. Io non ti lascerò. E credo che questo non ti dispiaccia.”
“Hai ragione. Mi togli una curiosità? Perché ti sei rasata la testa?”
“Non è sola la testa ad essere rasata.”
“Cosa altro?”
“Pensaci.”
“Ho capito. Dunque?”
“Per la testa è stato un capriccio. Per le parti nascoste l’ho fatto per renderle più visibile ed appetitose.”
“Sei un’adorabile porcellina.”
Il tempo trascorre. Io e Ilio non facciamo che punzecchiarci continuamente. Il mio desiderio per lei aumenta di minuto in minuto. Finalmente, dopo essersi abbondantemente rimpinguate, le sei satanasse decidono di fare ritorno alla base. Prima ancora di entrare in casa si liberano delle tute da motocicliste e degli abiti restando in mutandine e reggiseno.
“Ragazze mi raccomando niente nudismo. Il nostro ospite è ancora giovane e noi vogliamo che viva.”
È stata Janine a parlare. Le altre, inclusa Ilio, ridono fragorosamente. Ognuna, ad eccezione di mia nipote, si ritira nella stanza da loro stesse scelta. Vedo la sesta di seno prendere per mano la sua compagna e sparire dietro una delle porte. Nel salone restiamo in due: io ed Ilio.
“Tu non sei stanca?”
“Certo che lo sono. Voglio solo stare un po con te.”
“Mi dispiace, ma non ti sarò di grande compagnia. Devo preparare il lavoro per domani.”
“Non puoi prenderti una o due giornate di libertà?”
Il mio pensiero corre a Janine ed all’appuntamento che le ho dato.
“Mi dispiace. È tutto già programmato. Voi siete l’imprevisto. Del resto hai detto che tu non andrai via. Che resterai. Quindi qual è il problema.”
“Hai ragione. Domani vai pure al lavoro. Quando prevedi di fare ritorno.”
“Credo, sapendovi sole, che sarò di ritorno intorno alle 20.”
Spero proprio che sei ore possano bastare. Trascorro il resto della serata ad ordinare le mie carte dopodiché decido che è giunto il momento di andare a letto. Attraverso il corridoio e noto che la luce nel salone è ancora accesa. Entro per spegnerla e noto che Ilio è stesa sul divano è sta dormendo. Il primo pensiero è di lasciarla lì. Invece mi avvicino e la sveglio.
“Perché non sei andata a letto?”
“Aspettavo te.”
“Dai. Alzati e vai a letto.” “Ci vado se mi dici la tua stanza qual’è?”
“Che ti importa della mia stanza?”
“Ho deciso che dormirò con te. Mi ospiterai nel tuo letto.”
“Sei per caso improvvisamente impazzita?”
“Serghei. Io ti amo. Ti ho sempre amato fin dal primo giorno che ti vidi. Tu non mi guardavi. I tuoi occhi erano tutti per tua moglie. Facevo di tutto per attirare la tua attenzione. Purtroppo non ero l’unica ad essere invaghita di te. In campo scesero prima mia madre e poi successivamente mia nonna. Sapevo di non poter competere con loro. Erano e lo sono ancora due belle donne. Le odiai. Eri fidanzato con mia zia e facevi gli occhi dolci a mia madre. Non perdevi occasione di mostrarle il tuo desiderio per lei. Te ne fregavi che fosse una donna sposata e con una figlia. Dimmi era amore o volevi semplicemente possederla e basta?” “Tua madre l’ho amata e ancora l’amo. Tua zia le voglio un monte di bene. Con tua nonna inizialmente fu una sfida lanciata da lei che io mi guardai bene dal non accettarla. In seguito divenne vero piacere. quando eravamo soli tua nonna si donava completamente.”
“Ti credo. Hai lasciato delle vistose e concrete tracce del tuo rapporto con loro.”
“Cosa intendi dire?”
“Sai perché mia zia ti ha lasciato?”
“È una cosa che mi sono sempre chiesto.”
“Tua moglie si accorse della tresca che avevi con mia madre. Non fece scenate. Preferì separarsi. Anche mio padre intuì che cera qualcosa fra te e la moglie. Quando ebbe le prove che sua moglie si incontrava segretamente con te, la lasciò. In seguito si separarono ed oggi sono divorziati. La cosa più eclatante e che nessuna delle tre si rendeva conto di quello che stava succedendo. Lo stupefacente era che il trio: mia nonna, mia madre e mia zia erano tutte incinte e tu sei lo stallone che le ha fecondate. Mia madre dopo 15 anni all’età di 29 anni, si fa nuovamente ingravidare. Quella che sollevò più scalpore in famiglia fu la nonna. Nessuno avrebbe pensato che a 42 anni si sarebbe fatta mettere incinta. Alle domande delle sue figlie ha sempre risposto di averlo fortemente voluto. Oggi hai due figli ed una figlia che hanno ognuna quattro anni. Il fatto di scoprire di essere incinte di te in un primo momento le sconvolse poi le avvicinò. Oggi, questo è quello che mi fa rabbia, non fanno altro che parlare di te. Che ti amano. Che volentieri verrebbero a stare, se tu volessi, con te e vivere sotto lo stesso tetto. Insomma ti hanno perdonato.”
“Mi prendi in giro? Mi stai dicendo che ho tre figli. Dio sono ancora un ragazzo ed ho già tre figli. È fantastico. E tu? Tu mi hai perdonato?”
“Di cosa devo perdonarti?”
“Di non essermi accorta della tua esistenza. Devi scusarmi. Ma ero abbagliato dalla bellezza di tre stupende donne. Eppoi tu allora avevi quindici anni. Oggi invece, a distanza di cinque anni, devo constatare che non hai niente da invidiare alle altre tre donne di casa.”
“Mi stai dicendo che ti piaccio. Più di mia madre? Te lo chiedo perché dalla tua risposta dipenderanno le mie decisioni.”
“Ilio, mi credi se ti dico che sono innamorando di te. Non credevo che mi sarei nuovamente innamorato. Non chiedermi di fare paragoni. Tua madre è una bellissima donna. Tu sei altrettanto bella. Siete due donne stupende e vi amo entrambe. Vi vorrei entrambe sotto il mio tetto.”
“È quello che volevo sentirti dire. Sotto questo tetto dovrai aggiungerci anche la tua ex moglie, mia nonna e i loro figli. Non possiamo lasciarle sole. In quanto a noi due abbiamo tutto il tempo per conoscerci meglio. Ed ora prima di andare a dormire raccontami della prima volta della nonna con te.”
“Non c’è molto da dire. Tua nonna lo stesso giorno che le dissi che volevo sposare sua figlia, con piccoli segnali, mi fece capire che le piacevo. Da parte mia non feci niente per nascondere il mio desiderio di possederla.”
“Sei proprio un maiale. Non ti preoccupava la presenza di mia zia?”
“Il mio rapporto con tua nonna l’ho avuto proprio in presenza di tua zia. Mi spiego meglio.”
“Io e tua zia siamo già sposati da circa tre mesi. Mia moglie quel giorno è a letto con la febbre alta. Mia suocera che abita al primo piano viene a tenerle compagnia. Io rientro dal lavoro (allora lavoravo con mio padre) e dopo aver salutato mia moglie vado in cucina. Tua nonna sta pulendo gli ortaggi. Tra le mani ha una grossa carota. Appena mi vede porta la carota alla bocca e incomincia a leccarla. È un segnale che sto aspettando da tempo. Accetto la provocazione. Mi porto alle sue spalle. Le cingo la vita con le braccia e le do un bacio sul collo. Lei geme. Le mie mani si staccano dal giro vita e salgono fino al seno. Artiglio le tette e le strizzo. Un gemito più forte le esce dalla bocca. Le dico di non gridare altrimenti mia moglie potrebbe insospettirsi. Nel frattempo il mio alieno si è svegliato e incomincia a spingere. Vuole essere liberato. Poggio il pube contro il bacino di tua nonna. Lei prorompe in una esclamazione di sorpresa. Mi lancia la sfida.
“Mi vuoi? Allora devi avere il coraggio di prendermi qui. Se lo farai capirò che mi ami veramente e che niente ti impedisce di possedermi.”
Sono talmente arrapato che non connetto più. Avrei posseduto tua nonna anche in presenza di mia moglie e di chiunque altro fosse presente in casa in quel momento. Divento un animale. La costringo a piegarsi sul tavolo. Le sollevo la vestaglia scoprendo i suoi bianchi e prosperosi glutei. Non indossa le mutande. Le faccio allargare le gambe. Non ho mai visto un culo di quella fattura. È stupendo. Mi precipito a baciarlo ed a leccarlo. Tua nonna geme. Mi piego sulle ginocchia. Con le mani opero una pressione sulle natiche. Le dilato portando allo scoperto il polposo corpo della grossa vagina ed il roseo sfintere con al centro il buchetto dell’ano. In quella posizione sembra una vacca pronta per essere montata. Fiondo la testa su quelle meraviglie e bacio e lecco tutto quanto. La matriarca muggisce a più non posso. Le mordo le grandi labbra. Lecco le piccole labbra. Le aggancio con le mia labbra e le succhio. Sono gonfie e piene di pulsante sangue. Vado in cerca del clitoride. Lo trovo. Non può nascondersi. È talmente cresciuto da sembrare un piccolo pene. Lo titillo con la punta della lingua. Lo artiglio con le labbra e lo succhio. Le faccio un pompino. Trascorrono pochi minuti ed un ruggito soffocato prorompe dalla gola di tua nonna. La sento tremare. Un violento orgasmo la investe. Sta godendo. La sua vagina è un dilagare di umori. Mi precipito a lapparli. Non sono contento del risultato raggiunto. La mia attenzione si sposta sul roseo fiore che si apre poco più su. Il buchetto del culo è un magnete. La mia bocca lo invade. La mia lingua spazia sulla grinzosa superficie del roseo sfintere. Tua nonna ha un sussulto. Spinge il bacino all’indietro. L’azione della mia lingua sul buco del suo culo la manda in estasi. La sento mugugnare. Vorrebbe gridare ma si trattiene dal farlo. Con le dita di una mano le vado a titillare il clitoride. Così facendo l’aiuto a raggiungere un altro orgasmo il cui frutto ha come arrivo finale la mia bocca. Mi rimetto in piedi. Mi sbottono i pantaloni e li lascio scorrere sul pavimento insieme agli slip. Il mio alieno è finalmente libero. Si erge in tutta la sua possenza. Lo prendo con una mano e l’accompagno fra lo spacco che separa le grandi labbra vaginali. Spingo ed il glande penetra nell’orifizio vaginale. Tua nonna ha un fremito. Mi invita a non fermarmi. Anche lei oramai è in pieno coinvolgimento. Niente la farebbe rinunciare a quello che sta ricevendo. Lentamente affondo il mio fallo in quel meraviglioso antro. Quando il mio glande incontra il suo utero smetto di spingere e mi abbandono sulla sua schiena. La cingo il torace con le braccia e mi ancoro alle sue mammelle che mi sono premunito di liberarle dal reggiseno. Avvicino la bocca al suo orecchio e le sussurro frasi d’amore accompagnate anche da frasi volgari. Lei mi risponde a tono. Con una mano prendo un tovagliolo di stoffa. Lo appallottolo e lo avvicino alla sua bocca. Le dico di morderlo. Mi chiede il perché. Le rispondo che quando griderà il grido sarà soffocato dal tovagliolo. Mi sollevo dalla sua schiena. Sfilo il cazzo dalla sua figa e porto il glande in contatto con il suo buchetto anale. La porca capisce le mie intenzioni. Cerca di sottrarsi. Non glielo permetto. La tengo ben ferma. La sodomizzazione ha inizio. Spingo forte e la testa del mio ariete riesce ad aprirsi la strada. Lo sfintere ad ogni spinta cede e si allarga sempre di più. Il glande avanza imperterrito. Le urla di dolore di tua nonna sono soffocate dal tovagliolo che ha in bocca. Il glande valica il buco e si addentra nel condotto anale. Lentamente scivola verso l’interno. I muscoli anali di tua nonna si stringono intorno al corpo del mio cazzo. Quando è tutto dentro fermo la spinta. Mi distendo sulla sua schiena e le tolgo il tovagliolo dalla bocca. Immediatamente una valanga di parolacce mi investe.
“Sei un porco. Mi hai fatto male. Io dietro non l’ho mai preso. Ho sentito un dolore tremendo quando spingevi per farlo entrare. Mi hai rovinata il culo. Quando la ginecologa mi visiterà e vedrà il buco del mio culo come farò a spiegarlo.”
“Non avrai bisogno di spiegarle niente. Capirà e ti darà consigli sul come gestire il rapporto anale. Ti consiglio di accettarli e di seguirli perché questa non sarà l’unica volta che ti inculerò. Ora rimettiti il tovagliolo in bocca perché sto per chiavarti nel culo.”
“Porta pure a termine la tua prodezza. Il tovagliolo non mi servirà. Anche se sentirò dolore non griderò.”
Mantiene la parola. Stantuffo il mio cazzo nel meraviglioso buco del culo di tua nonna. Le chiavo il culo con affondi violenti e potenti. Mi ha sfidato. Voglio, devo umiliarla. Raggiungo il culmine del piacere e scarico nel suo intestino retto le mie bordate di denso e copioso sperma. Esausto sfilo il cazzo dal buco del culo di tua nonna la quale si solleva dal tavolo e si sistema la vestaglia.
“Non credere che il tuo compito sia esaurito. Hai vinto il primo round. Domani mattina prima di andare in ufficio vieni da me. Ti offrirò un caffè e continueremo il discorso iniziato. Ora vatti a pulire che sei tutto sporco.”
È in quel momento che tua zia chiama sua madre. Questo è quanto è accaduto la prima volta con tua nonna. Il seguito puoi facilmente indovinarlo.
"Sei proprio un porco. Una donna si offre alle tue voglie e tu cosa fai? La chiavi nel culo. La sodomizzi. Hai fatto così anche con tua moglie e con mia madre? Domani farai lo stesso con la mia amica Janine? Le farai il culo?”
“Con tua madre e con tua zia non ho tentato. Chi ti ha detto di Janine?”
“È stata lei stessa a dirmi che domani vi incontrerete in città. Non arrossire. Non sono gelosa della mia amica. So per certo che quello che accadrà fra voi due l’amore non c’entra per niente e questo è quanto basta per non essere gelosa. Ora andiamo a letto. Domani devi essere molto riposato. Janine è una cavalla molto focosa. Devi mettere molto impegno se vuoi domarla.”
“Credi che sia opportuno dormire nello stesso letto?”
“Certo che lo è. Non vorrai dormire da solo? Da questa sera noi due dormiremo sempre insieme. Non ti preoccupare non accadrà niente. So tenerti a bada. Il nostro momento non è ancora giunto.”

continua

P.S. Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone viventi è puramente casuale.

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26/02/2012 01:30

Rocco buttiglioni

Ilio o troia...

13/05/2012 18:50

Simone

A fine racconto ci dici che.... E' PURAMENTE CASUALE, un bel cazzo amico mio. Tu stai parlando di me, delle mia situazione famigliare e non so perchè non hai completato la divulgazione nel raccontare al momdo che quando le mie figlile sono entrate nella pubertà, sono entrate anche nel mio letto, una alla volta e spesso tutte e tre assieme. Caspita, potevi farla compèleta no? D.D.

13/05/2012 18:45

Sonomè

bello e arrapante.-

03/05/2012 17:21

Expert

Se fossi in te mi morderei le mani di non essermi fottuto la 15 enne nipotina quando aveva ancora le carni splendide, ad ogni modo se vi riunite tutti, potrai tra qualche annetto goderti le tre bambinette che le tue donne ti hanno sciorinato, ma mi raccomando non stare li ad attendere che invecchino, non appena vedrai le loro magliette gonfiarsi devi darci dentro ...capito .Ciao e buon godimento ( Se ti troverai in difficoltà, Dammi un cenno...OK? )

03/05/2012 17:19

Expert

Se fossi in te mi morderei le mani di non essermi fottuto la 15 enne nipotina quando aveva ancora le carni splendide, ad ogni modo se vi riunite tutti, potrai tra qualche annetto goderti le tre bambinette che le tue donne ti hanno sciorinato, ma mi raccomando non stare li ad attendere che invecchino, non appena vedrai le loro magliette gonfiarsi devi darci dentro ...capito .Ciao e buon godimento ( Se ti troverai in difficoltà, Dammi un cenno...OK? )

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