• Pubblicata il
  • Autore: Gianni
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Federica seconda parte - Crotone Trasgressiva

Decidemmo di convivere e Federica, dalla città vicina, si trasferì a casa mia, facendo la pendolare per il suo lavoro, ed ogni sera era una esplosione di gioia e di piacere. Una di queste le dissi che volevo anch’io provare ad averla dentro di me per godere come lei. Mi guardò con un sorriso melanconico e mi disse che da tempo si aspettava una simile richiesta ma nello stesso tempo si augurava che non arrivasse mai. “Sai”mi disse “se non ti piacerà e se non proverai piacere non cambierà nulla, ma se invece ti dovesse piacere ricordati che nulla sarà più come prima. Vuoi davvero provare?” Ad una mia richiesta di spiegazioni mi rispose che solo il tempo mi avrebbe fatto capire cosa intendeva dire. “Beh, se proprio non vuoi, e pensi che possa cambiare tutto, va bene così” risposi rassegnato. Federica mi si parò davanti e afferrandomi per le braccia mi disse: “Ma non pensi che abbia anch’io desiderato questo momento fin da quando ci siamo conosciuti? Non pensi che anch’io abbia una folle voglia di mettere il mio uccello al caldo nel tuo buco? Non vedi che basta guardarci negli occhi perché lui diventi duro come un bastone? Sto solo cercando di farti capire che questo momento sarà importante per te e condizionerà tutta la tua vita e forse anche la nostra”. Risposi: “Lo voglio fare, succeda quel che deve succedere”. Mi prese per mano e mi condusse in camera da letto. Fu lei a volermi spogliare e come la prima sera mi baciò appassionatamente e a lungo. Si svesti, mi fece dare una leccatina al suo membro già in erezione e mi chiese se ero proprio deciso. Risposi di sì, che ero solo un po’ ansioso per paura di provare dolore e le feci notare che questo stato d’animo che aveva coinvolto anche il mio uccello che se ne stava moscio moscio, indifferente a quanto stava succedendo. Mi rispose che era normale, che non avrei provato nessun dolore, anzi che lei non mi avrebbe fatto assolutamente male anche se il suo cazzo era ragguardevole ed il mio buchino vergine, perché dove c’è amore non è possibile ci sia dolore. Mentre mi accarezzava il membro che non ne voleva sapere, mi spiegò cosa sarebbe successo e si prodigò in suggerimenti e consigli. Mi disse anche che inizialmente mi avrebbe preso da dietro per facilitare la penetrazione, ma appena possibile avremmo cambiato posizione per poterci guardare negli occhi e poterci baciare. Mi baciò appassionatamente e quindi mi girò prono facendomi allargare le gambe, posizionandosi tra esse. Accarezzandomi la schiena e titillandomi la colonna vertebrale si avvicinò al mio buchino. Iniziò a titillarlo con la lingua continuando ad accarezzarmi la schiena ed il volto. Con la coda dell’occhio vidi che si inumidiva il dito indice con la saliva e lo sentii appoggiarsi al mio buco. Istintivamente mi contrassi e lei mi raccomandò di essere rilassato di lasciarla fare. Aspettavo di essere penetrato ma lei si limitò ad accarezzarlo su e giù con finti tentativi di penetrazione che si limitavano ad una pressione via via più decisa. Sentivo che piano piano mi stavo rilassando e che il mio sfintere stava diventando morbido e disteso. Se ne accorse anche lei, venne a baciarmi e quindi dal cassetto del suo comodino estrasse dei tubi di pomate (evidentemente era stata previdente), spiegandomi le indicazioni dei vari tipi. Si unse il dito indice con una pomata lubrificante e lo appoggiò delicatamente sul buco raccomandandomi di spingere un pochino come se volessi defecare. La tensione iniziale era sparita e quasi senza accorgermene sentii che Federica mi aveva penetrato iniziando un movimento circolare, continuo, che regolarmente si ampliava un pochino di più. Le dissi che tutto era ok, che non provavo dolore e che il fratellino sprofondato nelle lenzuola dava segni di risveglio. Si unse anche il dito medio cospargendomi di lubrificante anche l’ano e raccomandandomi di continuare a spingere iniziò a penetrarmi. Ebbi una contrazione della durata di un attimo, subito superata e lei accarezzandomi la schiena e sorridendomi mi disse che tutto era regolare. Lentamente entrò con le due dita e continuò il suo movimento circolare intervallato da un regolare andirivieni. Dopo alcuni minuti mi disse che avrebbe iniziato ad entrare ed a uscire affinché io imparassi a rilassarmi completamente in attesa della successiva penetrazione. Le chiesi un minuto di intervallo per un bacio e Federica non solo ricambiò il mio desiderio ma per una manciata di secondi mi fece baciare il suo membro pulsante. Iniziò ad entrare ed uscire e dopo alcune piccole contrazioni iniziai ad aspettare completamente rilassato la successiva penetrazione. Le dissi che lo volevo, che ero pronto, ma mi rispose che la fretta è maestra di operazioni maldestre e che sarebbe stata lei a capire quando sarebbe arrivato il momento giusto. Sentivo il mio ano sempre più dilatato ed aperto, non avevo più neppure il bisogno di spingere. Se ne accorse e spingendomi dentro le dita fino al palmo della mano mi disse: “lo vuoi proprio?” Risposi che non solo il mio cervello lo voleva, ma tutto il mio corpo compreso il mio cazzo che sembrava volesse sborrare da un momento all’altro. Uscì e mi spalmò l’ano con un unguento dicendomi che conteneva un blando anestetico che mi avrebbe aiutato. Risposi che non mi sembrava di averne bisogno ma lei mi ricordò che il problema stava nel fare passare il glande. Mi posizionò due cuscini sotto la pancia e si infilò un preservativo. Ad una mia occhiata interrogativa mi spiegò che usava tale mezzo affinché la sua cappella non subisse l’effetto dell’anestetico che mi aveva appena spalmato. Appoggiò il suo glande sul mio buco raccomandandomi di continuare a spingere. “Ricordati che devi fare entrare la mia cappellona!” mi disse sorridendo. Iniziò a spingere un pochino per ritrarsi immediatamente, per innumerevoli volte, poi iniziò a penetrarmi millimetro per millimetro senza chiedermi se provavo dolore ma dicendomi che tutto procedeva ok e che da come mi sentiva dilatato sarei stato io a prenderlo e non lei a darmelo. Sentivo il mio sfintere occupato da più della metà della sua cappella ed ero in attesa del colpo decisivo, forse quello doloroso. Federica intuì la mia apprensione, usci, venne a baciarmi, mi rassicurò che non avrei provato dolore, mi rispalmò ancora con l’unguento ed iniziò nuovamente a penetrarmi, ma in modo più deciso. Accondiscendevo alle sue spinte muovendomi verso di lei, me lo stavo prendendo come Federica aveva previsto. Appoggiandomi una mano sulla schiena e sussurandomi “ti voglio e ti amo” mi attraversò lo sfintere ed io mi inarcai per accogliere la sua cappella con un gridolino liberatorio, senza dolore, incitandola ad andare avanti. Iniziò a scoparmi tenendomi per le spalle sussurrandomi che mi stava godendo e che la facevo godere. Dopo due minuti uscì e prima che potessi chiedere il perché mi disse: “dai riproviamo l’ingresso del re nella sua reggia, che d’altra parte, come tu bei sai, è il momento più intenso”. Rientrò fermando il glande nello sfintere per alcuni secondi per farmi apprezzare il fatto di non provare dolore ed affinché mi rendessi conto di quanto era grosso e di quanto io ero stretto e quindi incominciò con colpi sempre più decisi e profondi. Mugolavo. Federica si fermò. Mi disse che era ora di fare l’amore guardandoci negli occhi. Mi chiese se preferivo mettermi supino o sedermi su di lei. Risposi che era lei l’esperta. Mi mise supino, mi riaccomodò i cuscini sotto il sedere, si tolse il preservativo, si sdraiò su di me e baciandomi me lo spinse dentro con tutta la sua grossezza e lunghezza. Sentendo contro di lei il mio cazzo duro mi disse di aver pazienza e che avremmo pensato a lui un’altra volta. Non so se mi inculò, se mi scopò, se mi chiavò, sicuramente pensò a farmi godere. Ricordo solo il mio senso di rilassamento totale, la mia beatitudine, il mio piacere che mai e poi mai avevo immaginato potesse essere così intenso ed appagante. Mi godette stringendomi forte forte quasi a farmi male ed io fui ulteriormente gratificato dal percepire le contrazioni del suo cazzo contro il mio sfintere. La pregai di baciarmi e di stringermi forte forte, di non uscire e di lasciare ammosciare il suo membro dentro di me. Le feci notare che anche il mio era andato a riposo e lei sorridendo mi disse che avevo imparato quanto è bello essere maschio e quanto è bello essere femmina, ma di non preoccuparmi perché avrei imparato ad essere le due realtà contemporaneamente.
Da quella sera la nostra vita sessuale cambiò radicalmente. Ci alternavamo nei ruoli anticipando l’uno il desiderio dell’altro. Federica dopo le prime volte nelle quali preferiva ancora lubrificarmi, mi insegnò ad essere penetrato con facilità, mi insegnò a prenderlo seduto su di lei ritmando i miei movimenti con il massaggio prostatico che faceva il suo cazzo dentro di me per arrivare contemporaneamente all’orgasmo. Sovente, nei momenti di indecisione, ci dedicavamo a dei 69, già di per sé intensi ma che diventavano mozza fiato quando ci infilavamo reciprocamente un dito nell’ano. Imparai ad essere padrone del mio e del suo piacere anche quando la inculavo seduta su di me masturbandola. Si può dire che non ci volta che non sborrassimo contemporaneamente. Mi venne il dubbio di essere diventato gay. Ne parlai con Federica la quale rise sonoramente: “Ma tu sei pazzo! - mi disse - non hai mai sentito parlare di zone erogenee?? Pensi che forse proveresti un piacere diverso a farti strizzare le tette da una donna?? Pensi che una donna che ci sappia fare ti farebbe un pompino diverso da mio e che tu proveresti un piacere diverso?? Pensi che sarebbe diverso il piacere se fosse una donna ad infilarti un dito nel culo?? Il fatto è che non puoi fare tuo un dito che non partecipa al tuo piacere mentre un cazzo diventa un tutt’uno con te. Certamente la tua zona anale è altamente erogena, ma proveresti lo stesso piacere ad infilarti un dildo od andare con una battona come prendere il mio cazzo (al di là dei sentimenti).” “D’accordo – risposi - ma spiegami perché sono attratto dal tuo cazzo, perche mi piace spompinarlo, averlo tra le mani …..” “Il fatto è che hai scoperto il lato femminile che c’è in tutti gli uomini e che è altrettanto bello essere maschio e femmina. Tutt’al più sei bisex. Se non ti fosse piaciuto prenderlo in culo, forse avresti incominciato anche a disinteressarti del mio cazzo e avresti pensato soltanto ad incularmi. D’altra parte ti avevo avvisato che una volta che avessi scoperto il piacere anale nulla sarebbe stato come prima. Ad ogni modo – concluse risentita – se vuoi provare se ti viene ancora duro con una donna, prego accomodati, anzi se vuoi ti metto nel letto una mia amica.” “Grazie, non è il caso” risposi in malo modo e me ne andai sbattendo la porta. In un battibaleno tutto fu diverso. Ogni qualvolta mi avvicinavo per spompinarla o per farle una sega mi accoglieva con la frase: “… Ecco il mio gay che ha voglia di cazzo!!”. Quando desideravo essere passivo, Federica nicchiava adducendo mille ed una scusa, quando desideravo incularla incominciarono a comparire le crisi di cefalea …. Una sera, tornato a casa trovai una lettera sul tavolo della cucina. “”Amore mio, perdonami ma mi sono innamorata di un altro. E’ stato bello, ma tutto è finito. Non cercarmi. Baci.”” Provai a cercala dove lavorava: mi dissero che si era licenziata senza lasciare un recapito. La cercai dove abitava, senza risultato. Ancora oggi non sono in grado di darmi una spiegazione.

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18/08/2011 17:02

REMO

Caro Amico l'unico parere oltre al 10 in merito alla tua storia, posso dedurre che per quanto potesse sentire affett ed amore nei tuoi confronti Lei, Federica, cercava un uomo che non potesse essere sedotto dal suo lato maschile come tutti gli uomini che aveva conosciuto prima di te. Ergo! cerco un uomo che faccio il maschio e mi tratti come una donna/femmina! e non che ceda alla tentazione del suo lato femminile e del suo lato maschile. REMO

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